Anversa

Paolo Ferro Anversa

 

My land  2 meet you again
Anversa / Antwerp

matita su carta / pencil on paper
10×15 cm – 15×21 cm
2015-2017

Montaggio digitale 260×80 cm / Digital editing
260×80 cm forex 1mm 
2017

My_Land_2_ANTWERP_PAOLO_FERRO_DRAWINGS

Anversa “My land 2 / Meet you again” è un’installazione di disegni a matita che fanno parte di un progetto più ampio e articolato con il quale l’artista racconta un viaggio reale e immaginario nelle Fiandre. La collezione presente al Rode 7 è composta da più serie tematiche cronologicamente conseguenti: Anversa, Giardini e Moss Garden, realizzate dal 2015 ad oggi, e alcune tavole dedicate a fondali marini tropicali.

I disegni di Anversa, più che da una precisa ricerca storico-topografica come nei precedenti lavori dedicati al territorio italiano, scaturiscono da una rievocazione personale e affettiva, a tratti onirica. Sono presenti influenze che rimandano sia a paesaggi della pittura cinquecentesca europea sia alla grafica giapponese. Si tratta di un omaggio alla città dalla quale proviene sua madre*, che l’artista ha conosciuto in primis attraverso oggetti, quadri e stampe, libri e racconti che l’hanno sempre circondato. Negli ultimi due anni viaggiando, ha iniziato l’esplorazione, la scoperta e il ritrovamento degli elementi della propria memoria familiare.
Viene rappresentata una visione riassemblata della città: luoghi riconoscibili e palazzi del centro storico e dintorni, tra cui il Vleeshuis, la piazza del Grote Markt e il Municipio, le ville di Cogels Osylei, la stazione centrale, la casa di Rubens, il parco di Milddelheim, il fiume Schelda con i suoi docks e cantieri navali. Nuvole mutanti e cariche di pioggia allestiscono un cielo metafisico orientaleggiante, metereologicamente modificato. La visione reale prospettica è sostituita da un disegno bidimensionale, frontale o in pianta. Tutto viene schiacciato sul piano verticale e orizzontale, costituito da linee tracciate a mano libera su bianco, secondo la sua particolare interpretazione della teoria del Superflat, attraverso il progetto-pseudonimo Supekutoru.

Nella serie Giardini ci immergiamo in un’atmosfera affollata di soggetti misteriosi e strutture architettoniche, pagode del passato e del futuro, creature fitoformi e poliedriche collegate tra loro da sentieri.I tre regni della natura, animale, vegetale e minerale, si trasformano sotto l’azione benefica del fuoco e degli altri elementi – terra, acqua, aria e luce.
La dimensione surreale del racconto è sospesa tra memoria, ricerca spontanea di equilibrio e felicità, e scoperta di nuove dimensioni da esplorare.
A questa serie si collega Moss Garden, tavole ispirate dall’omonimo brano strumentale di David Bowie, dall’album Heroes del 1977, realizzate dopo la scomparsa dell’artista in sua memoria.
Il tema della fine viene tradotto in dissoluzione nello spazio di atmosfere giapponesi ,suggerite dalla musica del giardino di muschio.
I disegni marini esotici riportano ad un’altra dimensione del viaggio e ad un altro legame storico insito nello sviluppo della città.
L’installazione si completa con un montaggio digitale complessivo delle tavole, una panoramica della città con al di sopra un cielo nel quale compaiono singolari fenomeni atmosferici ed energetici, micromondi e rocce fluttuanti trasportati dalla forza del vento.

*Martine Hirsch è nata e cresciuta ad Anversa da famiglia fiamminga, cugina dello scrittore Alfons J. De Ridder in arte Willem Elsschot (1882-1960). Dopo gli studi in architettura all’Accademia di Belle Arti, si è trasferita in Italia, dove attualmente risiede, per la specializzazione in urbanistica a Venezia.

Testo di Alessandra Matera.

www.rode7.be

 

 

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